Altro giro altra corsa: ecco un nuovo social network che promette di fare scintille…sarà boom o si rivelerà un fuoco di paglia? Parliamo di Clubhouse, il social network delle “stanze” che in pochissimo tempo ha trovato grandi investimenti sul suolo americano e milioni di utenti in tutto il mondo, diventando così l’argomento di conversazione preferito di addetti ai lavori da qualche mese a questa parte.
Un po’ di storia di Clubhouse
La società madre di questo social si chiama Alpha Exploration, è stata fondata da Paul Davison esattamente un anno fa e nei primi tre mesi di vita ha ricevuto 12 milioni di dollari di finanziamento e una quotazione di 100 milioni. La cosa pazzesca è che in quel periodo contava circa 1500 utenti e non aveva neppure un sito web. Evidentemente quei 1500 utenti erano abbastanza o ha contato molto che il primo investitore a credere davvero in Clubhouse sia stato Andreessen Horowitz, un imprenditore con un ottimo fiuto per gli affari in fatto di social e digital, considerando gli investimenti in Facebook, Airbnb, Groupon e Twitter.
Il percorso di crescita di Clubhouse è stato fulmineo: da 1500 utenti a 2 milioni in pochissimo tempo, meno di un anno. Crediamo inoltre sia doveroso fare anche una considerazione importante su questo numero: Clubhouse funziona soltanto per il sistema operativo iOS e non (ancora) per Android.
È a questo punto che il solito investitore di cui parlavamo prima, Andreessen Horowitz, ha aggiunto altri 100 milioni al nuovo social del futuro, portandone il valore a 1 miliardo di dollari. Non male, in un anno di vita.
Clubhouse: come funziona?
Molto diverso da tutti i social più popolari e conosciuti, Clubhouse è diviso in stanze. Immaginiamo un hotel megagalattico: ecco, Clubhouse è fatto proprio così, con una reception e infinite stanze all’interno delle quali gli utenti hanno la possibilità di scambiare messaggi vocali. Ovviamente ogni stanza tratta una tematica precisa, e una volta che viene chiusa i messaggi scambiati all’interno spariscono, vengono eliminati.
Una particolarità di Clubhouse che di sicuro ha fatto il suo gioco come strategia di marketing (a parte il fatto che funziona soltanto con i dispositivi Apple), è che nessuno può decidere di iscriversi di sua spontanea volontà: per accedere a questo nuovo social network è necessario essere invitati da un utente già iscritto. Come in un club esclusivo.
Logiche di partecipazione e regole su Clubhouse
La logica di funzionamento di questo social si presta bene alla conversazione “riservata”, immediata e non mediata, soprattutto se le stanze riservano ospiti illustri, come Elon Musk, che ha partecipato a una sessione il 31 gennaio.
Un aspetto peculiare e importante, sicuramente curioso, è dato proprio dalla mancanza di filtri e della riservatezza garantita dal social: se la privacy assicura estrema franchezza, genera anche contenuti razzisti, omofobi, sessisti, violenti, orribili. L’App infatti non accede alla voce di un utente se questo ha l’impostazione ”muto”, i messaggi sono criptati e si dissolvono alla chiusura della stanza. Soltanto nel caso di segnalazioni, i messaggi restano attivi per garantire i dovuti accertamenti.
Detto questo, ricordiamo anche che la piattaforma ha regola precise e inderogabili: per iscriversi occorre confermare la propria identità tramite documento, bisogna essere maggiorenni, sono vietati comportamenti violenti o molesti. All’interno della stanza troviamo sempre dei moderatori, oltre agli speaker e agli ascoltatori.
Il presente e il futuro di Clubhouse
Questo nuovo social ha intercettato la tendenza alla valorizzazione del formato audio (vedi podcast) all’uso della voce, ma anche al carattere di riservatezza, meno piazza e più privè. Ci aspettiamo grandi cose per il futuro, magari qualche novità nelle logiche di funzionamento, e di sicuro una versione anche per Android. Siamo fiduciosi.